“Nessuna famiglia è immune da difficoltà.. Ciò che caratterizza le famiglie sane non è l’assenza di difficoltà o di sofferenze, quanto piuttosto la loro capacità di affrontarle e di risolvere i problemi” (F. Walsh, 2008)
Spesso accade che il disagio psicologico della persona derivi da un malessere ed una tensione che si riscontrano all’interno del nucleo familiare. Viceversa, le difficoltà psicologiche che un individuo può manifestare si ripercuotono con molta probabilità su tutti i membri della sua famiglia in modo più o meno evidente.
Blocchi evolutivi, nodi mai sciolti, traumi e ferite non riparate, rancori e dolori provati, nella stessa generazione, o più spesso nell’arco di più generazioni, possono bloccare la famiglia nella sua naturale capacità riparativa ed assumere o favorire diverse espressioni psicopatologiche.
La terapia familiare permette quindi di affrontare momenti difficili e critici attraversati dal nucleo familiare coinvolgendo tutti i membri e considerandoli come risorsa, come protagonisti del percorso terapeutico. Questo tipo di terapia infatti pone al centro dell’attenzione la famiglia e non solo il singolo membro che manifesta il problema. Il soggetto portatore del sintomo è quindi visto come portavoce di un malessere esteso all’interno del suo sistema di relazioni.
La terapia familiare si concentra sull’organizzazione delle relazioni e della comunicazione della famiglia, sulla fase del ciclo vitale che questa attraversa e sulla funzione del sintomo che può essere presentato, senza però trascurare il contesto e la dimensione trigenerazionale (nonni, genitori e figli).
Per le terapie familiari può essere prevista la presenza di due terapeuti, al fine di una presa in carico adeguata.
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